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- Questo topic ha 11 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 25/01/202223:52 da Gens Orsina.
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4 Gennaio 2022 alle 12:30 #517765Ale74PcPartecipante
Grazie per il contributo Gens 😉
6 Gennaio 2022 alle 12:15 #517895Gens OrsinaPartecipanteUn altro bel filmato, l’ordine di arrivo e un servizio fotografico di uno spettacolare incidente riguardante la gara delle 500. A seguire la relativa copertina di Autospint – rivista dalla quale ho tratto le predette foto.
Attachments:6 Gennaio 2022 alle 14:42 #517901martnucciaPartecipantecome accordi con Giovanni,che saluto e ringrazio, ho unito i due topic cambiando il titolo 🙂
13 Gennaio 2022 alle 12:16 #518315Gens OrsinaPartecipanteForse alcuni di voi non sanno che in origine l’autodromo di Vallelunga era un ippodromo sorto nel Comune di Campagnano di Roma finita la seconda guerra mondiale, per volere del Commendator Raniero Pesci Vice Presidente dell’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine). Ma probabilmente per la distanza dalla Capitale ritenuta all’epoca eccessiva – una trentina di chilometri sembravano una enormità – o chi dice per il clima poco adatto ai cavalli fatto sta che questa iniziativa non ebbe fortuna così che agli inizi degli anni 50 la pista in sabbia della lunghezza di circa 1 chilometro venne convertita in autodromo per corse speedway; specialità molto nota in America e nel Nord Europa ma ancora sconosciute in Italia.
Questa è una bellissima immagine dell’epoca.
(Fonte Internet)13 Gennaio 2022 alle 22:52 #518326fabio. nPartecipante[quote=”Gens Orsina” post=388952]Forse alcuni di voi non sanno che in origine l’autodromo di Vallelunga era un ippodromo sorto nel Comune di Campagnano di Roma finita la seconda guerra mondiale, per volere del Commendator Raniero Pesci Vice Presidente dell’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine). Ma probabilmente per la distanza dalla Capitale ritenuta all’epoca eccessiva – una trentina di chilometri sembravano una enormità – o chi dice per il clima poco adatto ai cavalli fatto sta che questa iniziativa non ebbe fortuna così che agli inizi degli anni 50 la pista in sabbia della lunghezza di circa 1 chilometro venne convertita in autodromo per corse speedway; specialità molto nota in America e nel Nord Europa ma ancora sconosciute in Italia.
Questa è una bellissima immagine dell’epoca.(Fonte Internet)[/quote]
Sei semplicemente fantastico, una miniera di conoscenza, da me molto apprezzato e credo anche dal resto del Forum che con piacere ti segue 🙂
14 Gennaio 2022 alle 1:50 #518333gi.maPartecipanteGrazie Giovanni, mio padre ha corso sulla pista in sabbia, facevano anche delle gare a squadre. 🙂
A proposito dell’ippodromo, una volta ho scritto il perché della denominazione della curva ” Semaforo “.15 Gennaio 2022 alle 13:54 #518406Gens OrsinaPartecipantePer cica un decennio le corse delle macchine si volgono sulla pista in sabbia e terra che è lunga un chilometro, per le moto viene creato un secondo anello che misura 400 metri. Per sopperire al problema della polvere, tra una manche e l’altra i due circuiti vengono bagnati con spruzzi d’acqua tramite il passaggio di un’autobotte.
Della precedente destinazione permangono su ciò che non viene ancora chiamato “Autodromo” le classiche tribune e un totalizzatore. Per un po’ di tempo si può anche continuare a scommettere e lo si fa ora in modo bizzarro sulle competizioni motoristiche ma seguendo le regole di quelle equestri.
In un punto della pista “grande” perdura anche la presenza di un semaforo che in precedenza serviva per dare la partenza alle corse ippiche ad handicap: quelle in cui i cavalli vengono disposti a distanze diversificate. È in questo punto che nel 1957 verrà costruita una svolta che prenderà appunto il nome di “curva semaforo” o semplicemente “semaforo” appellativo che ancora permane.
Anche in questo caso il nascente mondo delle corse auto-motoristiche eredita una regola ippica e alcune gare si disputano appunto con il gap. Sarebbe bello se Marco e Maurizio Giraldi – che saluto – potessero arricchire l’argomento raccontandoci qualcosa che sicuramente il loro grande padre Luigi meglio noto come “Giggetto” – che come ci è già stato riferito ha vissuto in prima persona questa fantastica epoca partecipando ad alcune gare – avrà loro narrato.Soldi non ce ne sono – ricordo che siamo da poco usciti dalla seconda guerra mondiale con le ossa rotte – e quei pochi non bastano a pagare tutti i piloti. In alcuni casi Raniero Pesci – proprietario del “catino” – è costretto a barattare la presenza dei concorrenti più conosciuti cedendo loro pacchetti di biglietti di entrata all’autodromo che gli stessi rivendono sottoprezzo ai primi appassionati di motori che iniziano ad arrivare a frotte da Roma – e non solo – per vedere dal vivo questo nuovo spettacolo molto noto negli States ma del quale in Italia solo i cinegiornali si occupano.
Il racconto che precede era secondo me indispensabile per far conoscere anche agli Amici del Forum l’antefatto di quello che diventerà l’Autodromo nel quale maggiormente le Fiat 500 si sono espresse…e ci stiamo arrivando. Alcune notizie e foto qui rappresentate provengono dagli archivi del noto giornalista Franco Carmignani. Per chi volesse approfondire l’argomento esistono due suoi libri: “Vallelunga un Autodromo per Roma” (Edipromo) e “Vallelunga 65 anni tra storia e futuro” (Edipromo Group).
15 Gennaio 2022 alle 17:38 #518412TruvlinoPartecipanteGrazie Gens Orsina la storia è molto interessante :like :like :like
25 Gennaio 2022 alle 13:44 #518984Gens OrsinaPartecipante
Via Cassia nei pressi della “Valle del Baccano” anni 60-70 del secolo scorso25 Gennaio 2022 alle 21:00 #518993williamsPartecipanteil nome della valle sarà dovuto all’autodoromo…..sai li che baccano!
25 Gennaio 2022 alle 23:52 #519002Gens OrsinaPartecipante[quote=”williams” post=389485]il nome della valle sarà dovuto all’autodoromo…..sai li che baccano![/quote]
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