L’automobile è sempre stata considerata dagli Italiani, dagli anni ’50 fino ad oggi, un vero e proprio status symbol che permette di farsi notare, attirare gli sguardi e suscitare ammirazione e, perché no, anche un pizzico di invidia nell’animo del prossimo. E chi, negli anni tra il 1957 e il 1972, acquistava una comune 500 e aveva intenzione di emergere tra la massa e distinguersi dai comuni modelli standard offerti dalla casa produttrice, poteva metter mano alla carrozzeria o alla meccanica creando un modello personalizzato ed esclusivo.
Dal punto di vista dell’estetica gli interventi più comuni riguardavano l’inserimento di profili, mascherine maggiorate, dettagli cromati o in alluminio lucidato e la verniciatura bicolore, magari in lunacrom (il predecessore del metallizzato).
Per chi invece voleva migliorare le prestazioni del motore bastava ricorrere a una grande varietà, allora in commercio, di accessori sportivi, di cui le celebri “cassette di trasformazione” della Abarth sono l’esempio più illustre.
Anche carrozzieri, meccanici e preparatori famosi, partendo dal modello base di 500 che usciva da casa Fiat crearono automobili del tutto nuove e originali tanto che nelle pubblicazioni specializzate l’elenco delle fuoriserie prodotte arriva oltre il centinaio.
Ecco alcune delle più famose e innovative fantasie di carrozzieri:
La “Jolly” realizzata dal carrozziere torinese Ghia. Una sorta di auto da spiaggia che rappresentò l’ultima moda negli hotel delle località di mare: senza portiere, completamente aperta e con i sedili in vimini con impermeabilizzante. Questa vettura fu realizzata in due versioni con differenti soluzioni del frontale, partendo inizialmente dalla scocca della 500 Economica e successivamente della Giardiniera, con passo più lungo di 10 cm.
La “Spider Gamine” (in francese “graziosa”)
Prodotta dalla Carrozzeria Vignale nel 1967 su meccanica della 500 F, la piccola spider lunga 3,02 m e larga 1,30 m si ispira nelle linee alle auto del passato. La carrozzeria metallica è ricca di cromature e gli interni a due posti sono accoglienti con selleria in skai e volante sportivo. L’auto ottenne un buon successo sia in Italia che all’estero e l’anno successivo Vignale ne realizzò un seconda versione con hard-top in vetroresina nero opaco con rinforzi metallici.
La “500 Coupè”. Esposta per la prima volta da Pininfarina al Salone dell’Automobile di Torino del 1957, questo modello, dalla linea semplice e motore Abarth, resterà un prototipo e non verrà mai prodotto.
La “500 Coccinella” esemplare unico realizzato dal vercellese Francis Lombardi nel 1964, non entrò mai in produzione a causa dei costi elevati. Allestito su telaio della 500 D si presenta come un elegante coupè 2+2.
Veramente particolare è la linea della Fiat 500 “Frua” del 1957, realizzata dall’omonima carrozzeria, in un unico esemplare in occasione del Salone di Torino. Le forme si ispirano a quelle di un motoscafo conferendo all’auto l’aspetto di una barchetta adagiata su 4 ruote, con parabrezza panoramico e bordatura cromata che l’avvolge quasi completamente. Il modello riscuote un certo successo al Salone dell’Automobile e, in ragion di ciò, quando la Frua viene ceduta alla Ghia Suisse, alcuni esemplari vennero prodotti.
500 “Coupè di Moretti”. Preparato in occasione del Salone dell’Automobile di Torino del 1957, il coupè 2+2 dalle linee eleganti resta un esemplare unico. Nato con la 500 D, verrà completamente ridisegnato e aggiornato nel 1965 con l’uscita della 500 F e proposto anche in versione 590SS con propulsore Giannini.
C’è anche chi, come CAP, Ferves e Ferrario, modifica audacemente la 500 fino ad ottenerne piccoli fuoristrada 4×4.
Il fuoristrada “Ranger Ferves” (Ferrari Veicoli Speciali), prodotto in circa 600 esemplari, monta il motore della 500 F su un autotelaio e carrozzeria originali.
Base meccanica della 500 F anche per lo “Scoiattolo” realizzato dalla trentina CAP (Carrozzeria Arrigo Perini) a partire dal 1968. Caratterizzato da una carrozzeria spigolosa e dalla capotte in tela lo Scoiattolo riscuote un discreto successo, tanto che la produzione prosegue fino al 1973.
La Ferrario Lucertola 500, meglio conosciuta come “Fiat 500 Lucertola”, è una fuoristrada-spiaggina costruita dalla Carrozzeria dei fratelli Carlo e Giuseppe Ferrario di Albavilla, dal 1969 al 1974.
Realizzato come veicolo personale a scopo ludico dai due carrozzieri, si rivelò ben presto un automezzo particolarmente interessante per le originali soluzioni tecniche e per l’estrema adattabilità alle mulattiere alpine, tanto che ne furono costruiti una trentina di esemplari, tutti su ordinazione.
La singolarità della vettura è principalmente determinata dalle 6 ruote indipendenti, 4 delle quali poste al retrotreno e regolate longitudinalmente da un bilanciere.
Il corpo vettura fu totalmente realizzato dai fratelli Ferrario che utilizzarono il propulsore da 500 cc a “sogliola” della Fiat 500 Giardiniera ed il cambio modificato della Fiat 600, soluzione precedentemente sperimentata con successo sulla Ferves Ranger.
Grazie alla trasmissione sulle 4 ruote posteriori ed alle ridotte dimensioni, la “Lucertola” è in grado di destreggiarsi sugli stretti viottoli di montagna e di superare pendenze notevoli, con un peso complessivo di 1.160 kg a pieno carico. I freni a doppio circuito sulle 6 ruote vengono azionati contemporaneamente dalla pompa idraulica, mentre due comandi manuali agiscono separatamente sulle ruote di destra e di sinistra, surrogando la manovrabilità degli ATV.
Nonostante le spiccate caratteristiche da fuoristrada, la “Lucertola” è anche in grado di trasportare 4 persone e 50 kg di bagaglio, viaggiando ad una velocità massima di 80 km/h sulle normali strade.
Uno degli ultimi esemplari realizzati è custodito presso il Lane Motor Museum di Nashville.
Tuttavia l’elenco delle versioni speciali è di tutto rispetto: la Vignale Gamine, la Francis Lombardi My Car, la Scioneri, la Ghia Jolly, la Frua spider, la Canta, la Viotti, la Monterosa Cabriolet, la Siata Trasformabile, la Ferves Ranger. Ci furono persino prototipi realizzati da Bertone, Pininfarina, Allemano, Savio, Boano ecc. Infine bisogna ricordare anche l’unica versione estera, prodotta su licenza Fiat, dell’austriaca Steyr-Puch.
Da segnalare, tra le varie versioni speciali elencate in precedenza, un’eccezione sotto il profilo delle vendite: la “Fiat 500 My Car” del carrozziere vercellese Francis Lombardi. Anch’essa prodotta con la formula del telaio incompleto, vantava dotazioni accattivanti, alcune delle quali mai adottate dai successivi due modelli di serie: plancia sagomata e rivestita in plastica nera, volante e pomello cambio in legno, vetri posteriori apribili a compasso, fascioni sottoporta in acciaio inox, calandra bombata con griglia in zama cromata, anelli ruota in acciaio. Era inoltre previsto l’ambito optional della tinta metallizzata. Veniva prodotta in due versioni: tetto rigido o con tettuccio apribile (trasformabile). Nonostante il maggior costo, rispetto al modello originale della Fiat, venne prodotta in migliaia di esemplari. La ragioni del successo commerciale, oltre alla possibilità di distinguersi, consistevano nei tempi di consegna, ben inferiori a quelli imposti per la Fiat 500 F e nella migliore abitabilità consentita dalla particolare forma del tetto. Infatti, l’elemento più innovativo di questa vettura è la conformazione del tetto che, con due nervature trasversali e un piccolo spoiler, conferiva un’immagine di sportività e ricercatezza.
Ripeto: una vera enciclopedia in carne ed ossa…
Tutte belle ma la jolly con sedili in vimini.. troppo bella!! 😉
devo correggere una cosa… la Coccinella non è un esemplare unico…
carbrumbrum ha scritto:
Tutte belle ma la jolly con sedili in vimini.. troppo bella!! 😉
quoto 🙁
mimmof500 ha scritto:
devo correggere una cosa… la Coccinella non è un esemplare unico…
Effettivamente Mimmo sarà come dici tu pechè ne ho viste addirittura di diverse colorazioni ma documentandomi un po’ si parla di unico esemplare. Boh?
http://cinquino.free.fr/files/100_anni_di_fuoriserie/schede/0335.htm
Belle David,veramente bella la galleria delle speciali. 😉
akii500 ha scritto:
carbrumbrum ha scritto:
[quote]Tutte belle ma la jolly con sedili in vimini.. troppo bella!! 😉
quoto :-([/quote] daiiii!!!! quoto anke io!!!! :silly:
Potenziale “carrozzata speciale”
da “ruote classiche” aprile 1993
GI.MA sempre molto interessante i tuoi articoli…… 😉 😉
Ce l’ho la foto di questo prototipo ma non l’ho presa da Ruoteclassiche, monta il motore della NP. 🙂
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