Una gita a ….. Ricordate il cruciverba della settimana enigmistica con le foto in bianco e nero di almeno cinquant’anni prima che davano come soluzione la mèta della gita? Queste foto traggono ispirazione proprio da qui, e immortalano le nostre tre arzille 500 di fronte agli edifici più rappresentativi di Tresigallo, mèta obbligata per chi, come me, è appassionato di architettura degli anni 30 e per chi come Alessandro, Cristiana e Diego, hanno la curiosità di visitare e scoprire nuovi luoghi di interesse storico e culturale. Ci troviamo in provincia di Ferrara e quindi non potevo non coinvolgere sia Diego che il nostro Drago con Cristiana, che hanno accolto di buon grado il programma di visita alla scoperta di questo posto. Ritrovo al mattino, selfie di rito e via alla volta di Tresigallo, “prima un giro in macchina alla scoperta degli edifici più importanti e poi giriamo a piedi..” In realtà il programma è andato diversamente, con una serie di parcheggi “metafisici” al limite del ritiro della patente con ignominia, disinvolti si, e pure tanto divertenti… sembravamo 4 ragazzi in gita cui non interessa affatto di passare inosservati. Quindi ogni edificio degno di foto ha visto un parcheggio improbabile in barba al codice della strada, e mentre eravamo davanti alla chiesa, siamo stati raggiunti da un signore in bici che ci ha fatto omaggio della piantina di Tresigallo con itinerario degli edifici con foto e cenni storici di ognuno. Abbiamo ringraziato e gradito molto, pensando fosse un dono di un cittadino innamorato della propria città e dopo i saluti, consultando la cartina, ci siamo mossi a piedi per il paese. Prima però abbiamo fatto l’unico parcheggio legale della giornata. Di ritorno verso le auto, ci siamo soffermati di nuovo davanti alla chiesa e siamo stati raggiunti dal solito tipo in bici, che questa volta si è rivelato e presentato come lo storico di Tresigallo e ci ha raccontato la storia di come è stato realizzato questo imponente progetto da città moderna nel corso degli anni, chi fu il personaggio trainante e vari aneddoti e curiosità legate alla simbologia degli edifici. Da perfetto ufficio turistico in mobilità, ci ha pure suggerito dove andare a pranzo prenotandoci il tavolo in un luogo tipico da abitanti del posto. La gioia della scoperta e l’umanità che la 500 riesce a catalizzare intorno a sè, ci hanno accompagnato per tutto il giorno, facendoci vivere ancora una volta in una sorta di capsula del tempo. Grazie ad Alessandro e Cristiana per essere stati dei generosi padroni di casa, grazie al caro Diego per la sua amicizia e accoglienza a San Bartolomeo, per aver reso speciale questo mio breve viaggio in terra ferrarese.
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