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Gaeta, in 500 nelle prigioni militari

di Francesco Mignano  
«Ti mando a Gaeta!»: chiunque abbia fatto il servizio militare di leva, finché è stato obbligatorio, ha sentito risuonare questo monito lungo camerate e corridoi di caserme.

L’incubo peggiore per il soldato: rinchiuso in punizione nell’angusta, fredda e buia cella di un castello a strapiombo sul mare, da cui è impossibile evadere e nella cui ala speciale hanno trascorso l’ergastolo Herbert Kappler e Walter Reder, i due ufficiali delle SS responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Oggi, a distanza di trent’anni dalla dismissione del penitenziario militare, il Castello Angioino di Gaeta è gestito dall’Università degli Studi di Cassino ed è visitabile grazie alle affabili e preparate guide turistiche coordinate dallo Sporting Club Gaeta. Così, quelle mura si sono riempite degli allegri colori di una cinquantina di 500 giunte per il raduno organizzato dal Coordinamento di Gaeta-Formia del Fiat 500 Club Italia con la consueta preziosa collaborazione del tour operator “I Viaggi di Kilroy“, dell’agenzia fotografica “Paoloditucciphoto” e del Team Veneziano Racing.
Domenica 10 aprile a Gaeta, cinquecentisti provenienti in gran parte dal Lazio, ma anche da Toscana, Umbria e Campania, han potuto vivere l’emozionante esperienza di immergersi nell’antica struttura del XIII secolo, visitarne le prigioni risalenti a diverse epoche e infine, complice la splendida giornata particolarmente limpida, godere dello straordinario panorama dai suoi terrazzamenti e torrioni che dominano l’intero grande golfo, con la vista che spazia dal Vesuvio e dalla città di Napoli fin agli arcipelaghi pontini passando dalle isole campane di Capri, Procida e Ischia, che da quassù sembra di toccare con le mani.
Un ringraziamento particolare ai soci Antonio Montella, Paolo Di Tucci, Giancarlo e Lello Buonomo per la gestione logistica del raduno.

Nelle foto: le 500 schierate; il cortile del Castello; i fiduciari presenti (Andrea Prudenzi, Fabio Bistarelli, Fabio Grosso, Massimiliano Ponzi, Aldo Crivellaro, Antonino Corso); i soci Fabrizio e Mirella D’Ortenzio; il socio giancarlo Buonomo con la famiglia; tre panorami del complesso; il gruppo sulla terrazza; il socio Riccardo Spagnardi con il figlio Alejandro sullo sfondo di una splendida panoramica.

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