Carcere fino a 18 anni per chi provoca gravi incidenti
Per Lorenzo, per Gabriele, per le vittime della strada. Per le loro famiglie. L’omicidio stradale è legge. #finalmente. Questo il tweet delle 06.04 con cui oggi Renzi annuncia l’approvazione delle nuova legge.
L’Aula del Senato dice “si'” al voto di fiducia chiesto dal governo sul ddl per l’omicidio stradale. I voti a favore sono stati 149, 3 i contrari e 15 gli astenuti.
La novità è l’introduzione dei due nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali. Per chi si mette alla guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto stupefacenti e causa la morte di qualcuno la pena della reclusione va da 5 a 12 anni. Se l’investitore si dimostra lucido e sobrio, ma la sua velocità di guida è il doppio del consentito, la pena va da 4 a 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena può essere triplicata ma non superiore a 18 anni. È invece punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni chi, guidando non sobrio o non lucido, procura lesioni permanenti.
Da anni molte associazioni lottano per ottenre più controlli e prevenzione per ridurre la presenza delle vittime dei delinquenti della strada. Tra queste in prima linea l‘Associazione Lorenzo Guarnieri, premiata lo scorso anno con il riconoscimento “Crescere Sicuri” dal Fiat 500 Club Italia proprio per la l’assidua battaglia per modificare le norme e istituire il reato di “omicidio stradale”.
Ecco le parole di Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, uno dei molti ragazzi (purtroppo) uccisi sulla strada.
«Ci siamo. Ci siamo. E’ una soddisfazione per molte persone. Per i familiari di tante, troppe vittime. L’omicidio stradale diventa, è omicidio di serie A, non è più omicidio di serie C, ma la approvazione della legge, per quanto importante, è solo una battaglia vinta. La guerra sarà ancora lunga: ne muoiono ancora tanti sulle strade. Bisogna continuare a migliorare la sicurezza stradale».
Stefano e Stefania Guarnieri premiati con il riconoscimento “Crescere Sicuri” durante la Settimana dell’Educazione Stradale al Museo della 500 di Garlenda. 2015.
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