Nella patria della Verdea, ovvero “Le 500 sfumature del Borgo”

Le 500 a San Colombano al Lambro
Le 500 a San Colombano al Lambro

di Attilio Polverini 
“La Verdea è un vitigno autoctono a bacca bianca diffuso in Lombardia ma di probabili origini toscane. Si suppone che il nome Verdea derivi dal latino “viridis verde” per il colore degli acini o per certi riflessi verdastri del vino.”
Bene, sicuramente qualcuno si starà chiedendo cosa c’entri questa definizione “vitivinicola” su una rivista come la nostra.
La risposta è semplice: domenica 18 maggio abbiamo portato le nostre 500 a San Colombano al Lambro, antico borgo posto tra Milano, Lodi e Pavia noto, oltre che per la sua storia millenaria, anche per essere un po’ la patria di questo vitigno ed anche per gli ottimi vini che lì si producono.
Appuntamento per le otto quindi vuol dire che ci si sveglia presto anche se è domenica. Nel mio gruppetto siamo in quattro, tre “cinquini” e una splendida Vignale “Gamine”. Partiamo, Luca ci guida attraverso un percorso di strade secondarie senza traffico. C’è il sole quindi tettuccio aperto e in poco meno di un’ora arriviamo.
Si spostano le transenne ed entriamo sul corso e sulla piazza principale di San Colombano allineandoci con le altre macchine arrivate prima di noi. Che spettacolo! Saranno almeno quaranta! Quanti colori, quante diverse elaborazioni. Ci sono quelle da “Targa Oro”, le Abarth, alcune con supermotori rombanti, altre con colori fuori serie… Ci sono anche due “Giardinette” ed una “126” che non ha resistito al fascino delle cugine.
Intanto l’organizzazione lavora: Massimiliano Marchetti, fiduciario di Milano Città, è indaffarato sotto il gazebo aiutato da Benedetto e Antonio e anche dal figlio già appassionato cinquecentista pur non potendola ancora guidare. E poi i saluti, la colazione insieme le chiacchiere e le “mitiche” allineate che si fanno ammirare catturando l’attenzione di quelli che passano.
Arriva il momento del corteo, si parte per un giro nella zona collinare di San Colombano unica nella piana lombarda.
Avviati i motori il lungo biscione rombante si fa abbracciare da vigne e frutteti, ciliegi, perché a San Colombano si coltiva anche questa pianta dai frutti golosi. Al rientro siamo pronti per il pranzo in agriturismo, ovviamente un’azienda vinicola con annessa cantina. Si entra nella grande sala come una scolaresca attempata e vociante e ci si sistema ai tavoli cercando la vicinanza di chi si conosce di più. Chiacchiere, risate, ottimo cibo e… molte bottiglie di buon vino fino alla torta, procurata da Benedetto, ovviamente a forma di 500. Il momento conviviale è sempre bello, è l’occasione per dimenticare i pensieri foschi e passare qualche ora in leggerezza.
Ma non finisce qui. San Colombano è un borgo antico ricco di storia, nei secoli conteso tra Milano e Lodi, centro nevralgico per le comunicazioni, con il fiume Lambro che lo sfiora. Testimone di tutte queste vicende è il castello che abbiamo l’opportunità di visitare accompagnati da una guida preparatissima. Veramente uno splendore, nonostante un po’ di trascuratezza appanni la ricchezza ed il valore dell’antico maniero.
Il tempo passa inesorabile e si arriva al momento dei saluti. Mentre cala il sole, alla spicciolata i motori si riavviano, le braccia si sporgono dal tettuccio insieme a qualche clacson che canta per salutare questa splendida giornata in compagnia.
E adesso: ovvio, aspettiamo il prossimo raduno!